giovedì 24 aprile 2014


Roberto Bolano: le vite replicate e la suggestione della libertà 
 
 “Pochi mesi dopo il suo arrivo al villaggio morì il padre, come se avesse aspettato solo lui per lanciarsi a testa bassa all’altro mondo. (….) Anski sgattaiolò al cimitero  e rimase a lungo accanto alla tomba, pensando a cose vaghe. Di giorno dormiva in soffitta, coperto fino alla testa, nel buio totale (…. ) Si domanda cosa resterà quando l’universo sarà morto e il tempo e lo spazio saranno morti con lui. Zero, nulla. Questa idea, però, lo fa ridere. Dietro ogni risposta si nasconde una domanda, ricorda Anski che dicono i contadini di Kostekino. Dietro ogni risposta inappellabile si nasconde una domanda ancor più complessa. La complessità, tuttavia, lo fa ridere, e a volte sua madre lo sente ridere in soffitta come quando aveva dieci anni. Anski pensa a universi paralleli. In quei giorni Hitler invade la Polonia e inizia la seconda guerra mondiale. Caduta di Varsavia, caduta di Parigi, attacco all’Unione Sovietica. Solo nel disordine siamo concepibili.” *1. Queste parole di 2666, opera sterminata di Roberto Bolano,   trascendono Anski, sono il motore di 2666 e della sua narrativa. Un caos primordiale segna l’uomo e il suo destino e l’autore sposta continuamente i confini alla parola narrativa, ne allarga spazi logici e cronologici dandole nuove prospettive. Con il caos che si sposta, gli scenari dentro 2666 mutano eppure rimangono continui. Dice  Bolano che solo nel disordine siamo concepibili: contenuto e forma del suo narrare, specificità letteraria. Nella sua varietà, insensata prima e consistente poi, la realtà trova nelle parole una sintesi continua, interminabile, soggetta all’instabilità. I personaggi, espressioni viventi del disordine, sono percorsi da un delirio lucido e consapevole. Ci portano lontano, verso territori della mente che sappiamo essere dentro di noi, seppure inventati da Bolano. Anche noi dentro universi paralleli, come Anski ridiamo in soffitta. Complessa e semplice, Santa Teresa è una presenza senza veri confini: luogo privilegiato di 2666, s’estende in spazi reali e immaginari della parola dentro a un sistema di vasi comunicanti, da 2666 ai Dispiaceri del vero poliziotto, opera riassuntiva della volontà dello scrittore. Non solo zona geografica, si spiega come luogo mentale del tempo in cui non vi sono più limiti alla libertà e alla sua durata. Tempo dell’essere. “I suoi passi lo portarono in centro … e poi s’infilò in un quartiere che, malgrado fosse a due isolati dal centro,  riuniva in sé- e mostrava- ogni stigma, ogni segno di povertà, squallore e pericolo. La zona rossa. Quel nome divertiva Amalfitano con un misto di amara tenerezza; anche lui, nel corso della sua vita, aveva conosciuto zone rosse. I quartieri operai, i ‘cordoni industriali’, prima, i luoghi liberati dalla guerriglia, dopo.” *2.
Il presente ha la libertà come unica alternativa a se stessa, la sua durata è pervasiva e tutto può accadere, violenza e crudeltà, eventi contrari al sentire umano e all’intendere civile. Ma è libertà di incontri anomali e manifestazioni impensabili di poesia, scontro di eventi e personaggi  coi canoni della civiltà e del suo progredire. Il caos invade l’ordine. La morte del padre procede nel buio con la sua volontà perfida, imprevedibile nel provocare Anski dopo il suo arrivo al villaggio. Il caos subentra all’ordine a dispetto di aspettative ordinate nel tempo.
109 donne sono assassinate a Santa Teresa,  e le centinaia di pagine di La parte dei delitti danno un senso narrativo alle cronache insistite delle atrocità sostituendo la brutalità all’amore, i dettagli della deturpazione a quelli dell’integrità. “ Alla fine di settembre fu ritrovato il corpo di una bambina di tredici anni, sul versante orientale del colle Estrella. (…..) Era stata violentata ripetute volte  e accoltellata e la morte era attribuibile alla rottura dell’osso ioide. Ma quello che più sorprese i giornalisti era che nessuno reclamasse o riconoscesse  il cadavere. Come se la bambina fosse arrivata a Santa Teresa da sola e vi avesse vissuto in totale invisibilità finché gli assassini non l’avevano notata e uccisa. “ *3  Santa Teresa, cittadina messicana ai confini col Texas che nella realtà si chiama Ciudad Juarez,  è sì luogo infernale, ma anche e con maggiore significato letterario, luogo della libertà dell’uomo nel bene e nel male, rovesciamento di canoni e aspettative umane. Nelle parole di Bolano, a cui era stato chiesto di definire l’Inferno, questo  appare proprio “come Ciudad Juarez, che è la nostra maledizione e il nostro specchio, lo specchio inquieto delle nostre frustrazioni e  della nostra infame interpretazione della libertà e dei nostri desideri”. Come infame interpretazione della libertà, Santa Teresa è luogo fondamentale nelle opere di Bolano: presenza di Bene e Male, violenza e poesia, sogno e realtà, immagini e fantasia e tant’altro ancora.  Nel prevalere di regole predatorie della libertà, ne La  parte dei delitti essa è insieme suggestione minuziosa ed esasperazione negativa: brutalità e violenza assassina frantumano corpi e sentimenti privi di difese, li annientano abbandonati a se stessi senza più umanità. La suggestione della libertà comprende in sé il caos primordiale. All’inizio dei Dispiaceri,  la libertà omosessuale costringe Amalfitano in Messico, via dal suo amante, il poeta Padilla, e dalla Spagna. Le speranze di entrambi sono condannate al nuovo ordine spietato della sopravvivenza.  In 2666 Amalfitano deve fare i conti con l’estremo male della libertà: l’amore diventato corruzione, il suo codice erotico tramutato in morte. La figlia Rosa fugge negli Stati Uniti per salvarsi dal sospetto di partecipare agli snuff movies. Il caos prevale sull’ordine delle cose.
Allontanarsi dai canoni correnti è qualità specifica del grande scrittore. Nelle parole di Amalfitano nei Dispiaceri troviamo Bolano stesso. “Alla radice di tutti i miei mali si trova la mia ammirazione per i delinquenti, le puttane, gli squilibrati, si diceva Amalfitano con amarezza. Nell’adolescenza avrei voluto essere ebreo, bolscevico, negro, omosessuale, drogato e mezzo matto, e come se non bastasse monco, ma sono diventato solo un professore di letteratura. Meno male, pensava Amalfitano, che ho potuto leggere migliaia di libri. Meno male che ho conosciuto i  Poeti e che ho letto i Romanzi. (I Poeti, per Amalfitano, erano esseri umani splendenti come un lampo, e i Romanzi, le storie che nascevano dalla fonte del Don Chisciotte). Meno male che ho letto. Meno male che posso ancora leggere, si diceva tra scettico e speranzoso.“ *4

La salvezza è nelle parole dei libri. Sempre Amalfitano, in Chiamate telefoniche racconta una storia che ha sentito raccontare, in cui un coscritto per errore finito in un campo delle SS, scoperto dai russi e scambiato per un collaborazionista, si salva esclamando “cazzo” perché la parola suona come “Kunst” in tedesco, termine che indica l’arte. L’arte e la poesia convivono fortunatamente con la barbarie. Quando è il loro momento sconvolgono i canoni correnti. In una forma provocatoria, il racconto diviene verità in cui tutto è sensato e insensato insieme, indifferente alla morale e al suo equilibrio, tempo che coglie l’umanità nella sua vastità espressiva senza i limiti imposti da canoni morali ed estetici. Prima viene la verità della vita, il tempo e la libertà del caos prima della regola morale. Vorremmo la vittoria del bene, ma come in un sogno o un incubo la vita mette in vetrina se stessa in modo cinico e disincantato, ironico e sprezzante della mediocrità di ogni compromesso, vita libera di pescare nella parola e nel tempo per trovare la realtà umana affrancata dalla norma razionale. “L’insegna, a grandi lettere rosse, annunciava la cantante di rancheras Coral Vidal, una seduta di striptease comunicativo e il famoso mago Alexander. Sotto la pensilina all’ingresso, in un brulichio di gente insonne, vendevano sigarette, droghe, frutta secca, riviste e giornali di Santa Teresa, Città del Messico, California e Texas. Mentre pagava un quotidiano della capitale, me ne dia uno qualunque, aveva detto all’edicolante, mi dia l’ ‘Excélsior’, un bambino gli tirò la manica.” *5  Come Arturo Belano nei Detective selvaggi, Amalfitano scopre il presente  quale replicante della vita sua e di altri, è costretto a trovare un ordine nella vita reinventandosi dentro nuove condizioni, tra passato e presente, memoria e scelta.
Nei Detective selvaggi,  Belano e Ulises Lima sono poeti in cerca di altri poeti, si muovono tra luoghi e persone  senza un delitto o un’indagine reale, lontani dall’essere detective secondo i canoni correnti. Cercano se stessi dentro a un fiume vitale- forse lo stesso di Huckleberry Finn-  nell’avventura tra mille affluenti e rivoli spesso insignificanti. E arrivano al mare. Dentro l'acqua salata della storia, appare la poetessa Cesàrea Tinajero che assume la parte simbolica che avrà Arcimboldi in 2666, poesia e letteratura fuori dai canoni. Ulises Lima e Arturo Belano, come real-visceralisti in cerca di se stessi e della poesia dentro un ordine più vasto, disordinato, attraversano con il lettore un mondo che è reale proprio perché ideale,  un paesaggio in cui i segni dell'intelletto e della poesia vorrebbero sostituire quelli della carne e della violenza. Nella realtà basta che la poesia non sia annullata dalla violenza ma le conviva fortunatamente accanto, come nei passi citati sopra su Amalfitano nei Dispiaceri e in Chiamate telefoniche: quando è il suo momento essa sconvolge i canoni correnti.
Leggendo Terzo Reich mi chiedevo dove volesse arrivare Bolano. Se il gioco del terzo Reich è la metafora di qualcosa, una presenza non casuale della violenza, e l’insistenza sul Bruciato, sulla sua forza bruta e misteriosa un simbolo vivente della Storia con i suoi misfatti.  Se c’è la cosa in sé in lui come in Philip Dick, e quell’uomo tornato bambino davanti a forze oscure è lo stesso nel Terzo Reich come nel Tempo fuor di sesto a cui s’ispira.  Ma in Philip Dick la lucidità della  memoria riporta a galla la verità delle cose, in Bolano no: la suggestione dell’ignoto la suggerisce soltanto, detta le priorità senza mai chiarirsi, prepotente come nella realtà di ciascuno di noi. Disegna sempre nuovi quadri. La ripetizione dello war game spinge Hudo Berger dentro un gioco sconosciuto e alla replica adulta dell’amore per Else, con la rinuncia all’ordine solito della fidanzata. Hudo ne esce sconfitto. Negli scenari sempre nuovi delle simulazioni del gioco, non sa più rispondere da campione. La sua sconfitta significa che la libertà ha un suo codice perfetto, dove prepotenza del gioco e regole impersonali di provenienza oscura ipnotizzano l’uomo e il suo amore. Vittoria del Terzo Reich. Una prepotenza vitale decifrabile come suggestione della libertà, una fuga che porta la persona lontano insieme ai sogni descritti con insistenza da Bolano, ma  senza i poeti protagonisti delle altre opere.  Verità crudele del vivere oltre se stessi, la fuga diviene continua in 2666. “La fuga si trasformava in libertà, anche se la libertà serviva soltanto a continuare a fuggire. Il caos si trasformava in ordine, sia pure a spese di quello che è comunemente noto come senno.*6.  Nuovi confini s’aprono al corpo e alla mente, si abbattono i vincoli. Nella suggestione la libertà si deforma e si amplia,  esorcizza paure e desideri e diventa sogno. Come accade a Molly nel monologo dell’ Ulisse di Joyce, un’esenzione temporanea dalla  prepotenza lascia la vita libera di ripetersi con altra armonia. Ignota. La libertà è replicata in mondi paralleli, eccezioni alla norma. Ecco l’ordine di 2666: solo nel disordine siamo concepibili. A Santa Teresa, in 2666, è questo l’elemento vitale di Amalfitano. Replicando a suo modo Duchamp,  appende a un albero come biancheria da stendere un libro di Dieste, Il testamento geometrico. Per giorni ne contempla il disfacimento e la degenerazione dovute agli agenti esterni. Ammira l’ordine che contiene anche il disordine, la nuova verità dei frammenti: realtà e vita oltre la geometria, l’indescrivibile oltre l’ordine, l’eccezione che mostra l’altra verità del mondo. Il frammento dissennato clona l’avventura umana a contatto con la vita. Amalfitano interroga il replicante di un filosofo “ammalato”, lo scomparso Guyau. E la suggestione della libertà esce dal sogno. Guyau forse gli direbbe: “Sia felice. Viva l’attimo. Sia buono. O il contrario: lei chi è? Cosa ci fa qui? Se ne vada. “*7.  Amalfitano chiede aiuto: non sa cosa è bene. Restare o fuggire. La ricerca di una risposta è il motivo per il 2666 di Bolano, motivo inseguito pagina dopo pagina, con amore. Restare e vivere l’attimo: l’amore di questo s’alimenta, ma anche l’odio. Andarsene: del movimento l’ordine creativo s’alimenta, come pure la libertà. Fuggire con una puttana non assassina come quella dei detective selvaggi,  sospesa tra brutalità e poesia. Diversamente umana e perciò più umana. Fuggire dentro Santa Teresa, tra I dispiaceri e i suoi luoghi più umani, capaci di un nuovo ordine per il vero poliziotto. Lì c’è un’isola senza mare in cui poter scoprire la magia, con il suo volto suggestivo.  Lì la voce suggestiva del vecchio mago Alexander indovina le carte estratte dall’ignoto oltre l’ordine apparente: dove si mostra la perdita dell’amore, proprio lì replica attimi d’amore eccezionali e commoventi nascosti dalla vita ordinaria. Nel nuovo ordine è riconosciuto il legame che unisce padri e figli.
“Un’altra carta. E poi un’altra, in un’altra fila, e le carte continuano a formare, annunciate coralmente dagli spettatori, una scala reale di cuori (… ) Nel portafoglio, tra una foto di Rosa a dieci anni e un foglietto ingiallito e stropicciato, trovò la carta. Che carta è, signore? disse il mago, guardandolo fisso (… ) La regina di cuori, rispose Amalfitano. Il mago gli sorrise. Come avrebbe fatto suo padre.”    *8











1.      R. Bolano, 2666- La parte di Arcimboldi- Adelphi 2007-pag.  483
2.       I dispiaceri del vero poliziotto- Adelphi 2011, pag.104
3.      2666- La parte dei delitti, pag. 154
4.   I dispiaceri del vero poliziotto, pag. 119-120
5.   Ibidem, pag.115
6.  2666- La parte di Amalfitano- pag.240
       7Ibidem- - pag. 246

      8.   I dispiaceri del vero poliziotto- pag.114




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