lunedì 16 maggio 2016

ANTEPRIMA- Il narratore errante e la parola distante

Cosa c'entra Don Chisciottte col viaggiatore Sioux delle Strade blu? E Ulisse con D'Annunzio e i suoi Pastori? Apparentemente niente. Eppure se pensiamo al narratore come a qualcuno che viaggia nello spazio e nel tempo con le parole, e alle sue parole come "distanti" per l'ottica particolare dovuta al percorrere il presente invece che al restarci impigliato ogni giorno, il niente può diventare qualcosa. Qualcosa che lega tra loro opere narrative distanti nel tempo ma vicine nello spazio della parola, uno spazio mobile i cui confini si spostano con il narratore che si muove con le cose e le persone del suo racconto; E a me interessano spunti e prospettive personali nate nel "trasloco", nell'osservare vita e realtà sganciandosi dalla solita vita e dalla solita realtà.
  Così, oltre alle opere citate sopra, accosterò tra loro in successivi post anche Gulliver,  Dedalus, Kerouac Sulla strada e Julio Cortazar sull'Autostrada del Sud, I detective selvaggi di Roberto Bolano e altri.
Basandomi sui testi e nient'altro, cioè facendoli parlare senza mediazioni interpretative.
Naturalmente gli accostamenti sono già suggerimenti per il lettore, da cui mi aspetto giudizi e commenti.
Grazie a chi avrà letto questa anteprima.

Vincenzo

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